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arco traiano 201

in ricche pieghe gli passa dal petto sull’omero sinistro e quindi per di sotto il braccio destro; quest’ultimo lembo ei sostiene colla mano in una bellissima posa. Si scorge pure che avea la mano destra ravvicinata e forse avvinta alla sinistra.

A costui tien dietro un terzo vessillifero, e quindi un’altra figura di militare con clamide e tunica.

Segue altro auriga affatto simile al precedente, guidante due buoi appaiati innanzi ad un altro cocchio dalla cassa rettangolare, sulla quale vedesi scolpito un graticcio a doppia croce, che si scambia per il numero XIX. Il carro ha le ruote piene di un sol pezzo, ed i bovi hanno le corna e la nuca ornate. Nel cocchio vedonsi due prigionieri affatto simili a quelli del precedente.

Appresso al carro va un altro militare con clamide, simile in tutto a quello che precede l’ultimo auriga.

Quindi viene un altro vessillifero; e dopo di lui un gruppo di prigionieri di minor conto, perchè procedenti a piedi. Questo gruppo si forma di due donne e di un fanciullo. La prima di quelle conduce per mano il fanciullo, ignaro della triste sorte che tocca ai vinti, essendo in età da non poter comprendere la immensità della loro sventura. Così son pur descritti nel trionfo di Paolo Emilio1 i fanciulli del re prigione. La seconda donna va a mani giunte. Entrambe, oltre la veste, portano una sopravveste. È notevole il fanciullo per i calzoni lunghi, all’uso Dacico. Egli porta pure la tunica ed il mantello simile ai nostri, fermato sul petto da una fibbia, e rovesciato all’indietro. L’uomo che scorgesi in bassorilievo alle loro spalle è un soldato romano.

Va dietro a questi prigionieri un altro soldato romano con tunica e clamide. Non si ravvisa se, come dice Rossi, porti fra mano un capo della catena con cui erano avvinti i prigionieri; ma è sicuro che tanto esso che l’altro soldato alle spalle abbiano l’ufficio di guidare questi.

Seguon due vittimarii, i quali con una mano sostengono insieme una pátera e nell’altra portan ciascuno un malleo.

Quindi un popa, armata la sinistra della solita scure, conduce con la destra un’altra vittima ornata come le precedenti.

  1. Montfauçon, op. cit. tom. IV. pag. 159.