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alabarda, quelle sono scope! Questi due personaggi veston la tunica solita che abbiamo vista negli altri quadri. Nessun altro loro particolare può scorgersi, per le molte avarie.

Seguon due altre figure vestite alla guisa stessa delle prime. Quella che va appresso sostiene con ambo le mani una cesta di vimini a tronco di cono; nella quale la prima figura è in atto di affondar la destra, mentre colla sinistra già sostiene qualche cosa che esprimer dovrebbe un mazzo di fiori. Entrambe hanno lunghi capelli che in due ciocche scendono sin su gli omeri; per cui si vede bene sieno due camilli, intesi evidentemente a spargere fiori lungo la via. Non mi sembra verosimile l’altra opinione di Rossi che essi portino dell’uva, a simboleggiare la Dacia.

Appresso sono scolpiti tre suonatori. Erano i tubicini che andavan cantando a suon di tromba1; e si appellavano così dall’istrumento musicale chiamato tuba, che era una tromba lunga e diritta. Però suonavan pure altri istromenti, quali il lituo, che era alquanto curvo, il corno, che lo era ancor più, e la buccina che era una specie di questo ma più corta; in tali casi nomavansi liticini, cornicini e buccinatori. E se questi istrumenti eran di bronzo, quelli si dicevano pure aeneatores2. Siccome questi tre personaggi sono molto avariati, non si distinguono perfettamente; però sembra che sieno tre tubicini. Vestono la tunica di sotto come le precedenti figure, ma indossano di più una sopravveste, chiusa sul dinanzi, simile al sago cucullato che vedemmo nel quadro XXV.

Poi vengono due figure vestite di tunica, e portanti infilato all’avambraccio sinistro uno scudo ovale ornato, non rotondo come dice Rossi, imperciocchè allora sarebbe il clipeo3. Esse hanno i capelli lunghi cadenti sugli omeri, nel modo dei due camilli innanzi descritti. Il suddetto autore suppone che essi sieno dei gladiatori, ma non vi sarebbe fondamento nell’aspetto in cui si presentano, con i capelli lunghi a mo’ dei camilli. Piuttosto son delle allegorie guerresche, usandosi dai romani di scolpire a titolo

  1. Ferdinando Secondo, Della vita pubblica dei Romani, Napoli 1784, tom. II. pag. 55.
  2. Nieupoort, op. cit. pag. 371.
  3. Aula, op. cit. vol. 1. pag. 213.