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148 | arco traiano |
vincia di Benevento in quella parte del tenimento di Circello, a confine con quello di Reino, mio paesello nativo, ove si dice Macchia, e dove la mia famiglia possiede pur dei terreni. Ora avvenne che il cav. Giosuè d’Agostini, nativo di Circello e poi trasferitosi in Campolattaro, avendovi acquistati altri terreni e frequentando quei luoghi, ebbe occasione di comprare da alcuni contadini di cognome Mastrocola la sudetta tavola di bronzo, di cui tratta il Garrucci, da essi trovata fra i ruderi di quelle anticaglie, le quali nella maggior parte ancora aspettano di essere dissepolte con buona pace di Garrucci.
Dunque la tavola di bronzo trovata fra i ruderi della nostra Bebiano, e che ora trovasi, mi pare, al Museo Kircheriano di Roma, si riferisce, come quella di Velleia, alla istituzione filantropica dei fanciulli alimentari. Chi è vago di saperne di più consulti l’opera notata di Garrucci, quelle che egli cita intorno alla tavola di Velleia, non meno che l’opera di Secondo Giuseppe Pittarelli su quest’ultima1.
È pur merito dell’opera presente quì ricordare che in Roma nel 1872, presso la colonna di Foca, fu scoverto un bassorilievo, ritenuto dell’epoca di Traiano, che ricorda pure la liberalissima istituzione, e che Selvatico2 suppone giustamente sia appartenuto ad un arco, che egli dice trionfale, ma che poteva essere anche onorario.
Ed ecco come la storia e la fortuna degli scavi di antichità abbiano concorso a renderci manifesto il significato del quadro che stiamo esaminando.
Quest’atto di altissima munificenza e liberalità si trova sovente scolpito in qualche medaglia, avendo il Senato di Roma voluto tramandarne ai posteri memoria imperitura. Ve ne ha di quelle dove sul rovescio vedesi una figura di donna, «rappresentante l’Italia, la quale nella man destra ha una spiga di frumento e sul braccio sinistro il corno ubertoso; le sta dinanzi in piedi un fanciullo indicante la specie di quelli che da Cesare furono provveduti. Di sotto leggonsi impressi i seguenti