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arco traiano | 147 |
ciulli sovvenuti furono cinquemila circa: Paulo minus, patres conscripti, quinque millia ingenuorum fuerunt, quat liberalitas principis nostri conquisivit, invenit, adscivit1.
Ecco poi come era istituita la ragione alimentaria: «Cesare dava ad ogni città una somma di sesterzii, e rimetteva al governo di essa l’investirla a chi le piacesse dei suoi cittadini. Un Quaestor Kalendarii, o pecuniae alimentariae, creato per ciò, raccoglieva dai privati le usure, e le distribuiva ogni mese a quanti e quanto gli avesse ordinato la repubblica. Ognuno che prendeva il danaro dalla città le obbligava a maniera d’ipoteca i suoi fondi, ma prima di Costantino tale obbligo o pegno terminava colla vita dei possessori, questo imperadore stabilì che passasse agli eredi. Nell’erario pubblico v’era un registro, che teneva i nomi dei possessori, quelli dei fondi ipotecati, dei quali s’indicavano con diligenza i confini, dippiù il valore di ciascuno di essi, e la somma per la quale lo aveva ipotecato: se erano più fondi, e per conseguenza più somme ricevute, alla fine dell’articolo di ciaschedun possessore si faceva la somma dell’estimo e delle partite: finalmente al margine se ne notava quanto dovesse per quelle, all’uscita di ciascun anno. Da questo tabularium od archivio pubblico estraevano copie, che facevano incidere in bronzo, appiccandole nei luoghi pubblici delle città, o nelle basiliche, o nelle piazze, o nei bagni: le formole usate in queste tavole sembrano dipese dall’arbitrio. Il primo di tali bronzi uscì di sotterra in Velleia, terra del Piacentino, ed ebbe per commentatori il Gori, Muratori e Maffei, ed ora è stato con maggior diligenza pubblicato la quarta volta dal chiarissimo De Laura. Il secondo a questo simigliante ed egualmente prezioso è apparso tra le ruine del bagno di Bebiano. È forza che la rappresentata penuria dei cittadini muovesse Cesare a volerla beneficata fra quelle città che prima sperimentarono la munificenza di lui2.»
Affinchè il lettore non rimanga desideroso di maggiori chiarimenti, aggiungo che la città di Bebiano restava in questa pro-