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x | prefazione |
qualche volta di concorsi e di sussidii, al fine accennato; e già i vantaggi che ne ha tratta la storia sono molto considerevoli. Alcuni libri usciti in questi ultimi anni fuori d’Italia si piantano sulle solide ricerche delle Commissioni provinciali, diocesane o centrali, le quali, assumendo differenti nomi, convergono tutte al nobile ufficio. Pensate, se gli stranieri ci hanno regalato delle cose italiane tante ricche monografie, ciò che fanno essi per i monumenti dei loro proprii paesi. Ma in Italia le fatiche modeste, dotte, pazienti, lunghissime di preparazione sono poco gradite. Le nostre Società e Commissioni e Consulte e Giunte Archeologiche o non fanno un bel nulla, o ciarlano vanamente, o raccolgono con molta spesa pochi pezzi di roba vecchia, preziosa certo e utilissima, ma non bastevole a recare un vero progredimento nelle ricerche sull’arte. Qua e là vediamo tuttavia dei buoni esempii, tanto più lodevoli quanto più sono rari; e non di meno, sino a che ciascuno degli edificii importanti alla storia — e tanti ne abbiamo in Italia! — non sarà parzialmente studiato e illustrato, le considerazioni generali arrischieranno sempre di riescire parole senza sugo.»
Poi aggiunge:1 »Ora accade che coteste Commissioni (le Archeologiche) vengano, di solito, formate assai male. I tre corpi che le devono eleggere non si accordano in prevenzione fra loro; il Prefetto, più che all’equilibrio delle varie attitudini dei Commissarii, bada a contentare gli uomini, come si dice, influenti…
- ↑ Opera ultima citata, pag. 236.