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viii prefazione

denti di Architettura. Oltre a ciò il disegno, come giustamente osserva Camillo Boito1, può servire all’Avvocato, e al medico e ad altre classi sociali, primieramente per conoscere le parti e le proporzioni del nostro corpo, e poi per saper rappresentare qualsiasi forma nelle manifestazioni scritte o parlate del nostro pensiere.

Nelle scuole e negli istituti tecnici è studiato male.

Vi sono città di provincia, dove l’insegnamento del disegno non pure è trascurato, ma vi è affatto ignorato.

Con questi prodromi, è inutile osservare che pochissimi son quei fortunati che possono intendere le manifestazioni dell’arte. La più parte non l’intende perchè non ebbe educato il gusto. E potente educatore del gusto presso i Greci fu il disegno, che, secondo Aristotile, oltre ad essere utile in cento altre circostanze della vita quotidiana, «facilitava anche la conoscenza delle forme costituenti la bellezza.»2

E questa del disegno è la parte elementare, dirò così; ma poi vien l’altra dello studio dell’arte nelle sue produzioni antiche e moderne, nella sua storia. Vi ha in Italia scuola d’Architettura, Accademia di Belle Arti, ove sien curati seriamente questi studii? Certo non si può affermare sul serio che le cose sin’ora sieno andate bene.

Oggi, un giovane che esca da una scuola di Architetti è tanto digiuno di nozioni della storia dell’arte, quanto è povero di conoscenze del disegno; laddove il più serio studio dell’Architettura dovrebbe risiedere nello e-

  1. I principii del disegno e gli stili dell’ornamento, Lettere di Camillo Boito, Ulrico Hoepli, Milano 1882.
  2. Paolo Trombetta, Donatello, Loescher, Roma 1887, pagina 118.