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con molta arte. Proporzionatissimo ne è tutto il corpo, naturalissima la posa, come di chi inceda verso Traiano. Di questa figura, come di altre più importanti del monumento e di alcuni particolari di esso darò delle incisioni in maggiori dimensioni, allorchè le impalcature dei prossimi restauri mi permetteranno rilevare altri disegni e fotografie.

Da questa scultura apparisce viva la figura di questo Principe che fu bello di volto e di corpo, intelligentissimo, eruditissimo e quasi enciclopedico; che riunì virtù e vizii grandissimi, e si macchiò della uccisione del celebre Architetto Apollodoro, di quest’uomo che aveva dirette tante opere insigni sotto di lui e di Traiano. Ecco che dice di lui Sesto Aurelio Vittore1: «Hic Graecis litteris impensius eruditus, a plerisque Graeculus appellatus est. Atheniensium studio, moresque ausit non sermone tantum, sed et caeteris disciplinis, canendi, psallendi, medendique scientia, musicus, geometra, pictor, fictor ex aere vel marmore proxime Polyclentos et Euphranoras». Ma più d’ogni altro si dilettava di architettura, e per gelosia di quest’arte dicesi abbia fatto morire Apollodoro.

A destra di Adriano, nello stesso piano è una figura muliebre, che esce di sotto l’arco. In testa ha la corona turrita come la figura della giustizia nel XIV quadro, e come suole portarla Cibele; e sotto di quella porta altra corona di alloro. Lucano, nella Farsalia dice: Turritaque premens frontem matrona corona. Ha le ricche chiome annodate sulla nuca, con un ciuffo che le scende sciolto sull’omero destro. Porta una lunga veste regale, forse la palla, con strascico, stretta alla cintura e con la manica riccamente pieghettata e annodata con bottoncini sulla parte esterna. Essa, all’abbigliamento ed alla fisonomia, si rivela di alto legnaggio, ma non puossi decidere se sia Plotina, moglie di Traiano, o Sabina, pronipote di questi e moglie di Adriano.

Ella poggia la man destra sulla spalla di quest’ultimo; e quest’atto molto familiare farebbe piuttosto inclinare a credere si tratti della seconda. Però non devesi omettere che Plotina nutrì grande amore per Adriano, il quale a lei dovette la successione all’impero2.

  1. Sex. Aux. Victoris Epitome, Amsterodami, 1630, pag. 260.
  2. Muratori, Annali d’Italia, vita di Adriano; e Sifìlino, Comp. di Dione, nella vita dello stesso.