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CAPITOLO XVI.

Si offrono alcune prove dell’antichità Trevignanese - Fontana che serviva anticamente alla popolazione per dissetarsi - Vestigia tuttavia esistenti che lo provano - Concessione dell’acqua di Trajano per la presente fontana seguita sotto l’immortale Paolo V. Ragioni che ebbero i Trevignanesi di ottenerla cd analoghi documenti.

Ma per ritornare a ciò che più da vicino interessa ad illustrare le patrie memorie del nostro Trevignano convien portarsi ad altre osservazioni un poco più rilevanti, e che dimostreranno con più chiara evidenza ed autenticità l’origine di Lui, e la sua antichissima esistenza. Ê certo che Trevignano esisteva già nell’epoca ancora in cui fu costruito sotto l’Imperatore Trajano il celebre Acquedotto riportato di sopra. Il fatto lo dimostra con tanta evidenza che non avvi luogo a dubitarne. L’antica Fontana, che serviva all’uso de’suoi Abitanti esisteva in quel tempo pochi passi distante dallo scarico detto a S. Filippo accennato poc’anzi. È attualmente visibile il Muro antichissimo ed il piano della vasca in cui suppongo dovea scaricarsi la piccola vena di acqua limpidissima, che veniva dalla parte superiore del Trajano, e precisamente sopra la rupe di una Vigna detta di Carano. Per rendermi anche più persuaso di questa verità, che mi era già stata dalla tradizione dei più vecchi del paese confermata andai a quella piccola sorgente, e calando sotto la rupe mi riuscì rintracciare alcuni tratti di muro antichissimo che prendevano appunto la direzione e il declivio al luogo accennato sopra i quali dovea senza dubbio passare la conduttura di quell’acqua, tanto più che si rinvenivano ancora dei rottami quà e là sepolti nel terreno, e che conservavano tuttavia una qualche figura di tubi. Infatti nell’epoca in cui venne eseguita la grand’opera dell’Acquedotto non fu quel muro certamente demolito, o perchè conservasse sempre la memoria alla posterità dell’uso a cui avea servito, oppure perchè non era affatto di ostacolo al passaggio dell’Acquedotto medesimo. Congetturo però e con tutto il fondamento, che demolita quella piccola conduttura della tenue vena dell’acqua di Carano, che dovette accadere nel tempo in cui si costruiva il Trajano le fosse sostituita quella quantità di acqua necessaria al bisogno di quella popolazione, mediante una fistola aperta nel luogo appunto dello scarico già detto, e che