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È già noto dalla Storia, che questo gran Santo terminò la sua gloriosa mortale carriera ai 20 di Maggio 1444 vigilia dell’Ascensione mentre si cantava in coro dai Religiosi suoi nella città dell’Aquila l’antifona = Pater manifestavi nomen tuum hominibus, ad te venio, alleluja alleluja, = e che nel 1450, cioè sei anni dopo la sua morte fu da Niccolò V. canonizzato nel Vaticano. Memori i Trevignanesi della santa missione a loro fatta pochi anni prima della gloriosa sua morte e dei grandi miracoli, che venivano operati per intercessione di questo gran Santo, non tardarono punto a fare le debite istanze perchè venisse loro concesso a protettore primario di questo luogo, e per rendere eterna la memoria della predicazione a loro fatta, fecero fabbricare a loro spese quella chiesa nel luogo stesso in cui avevano udito la sua evangelica voce. Il monumento poi più rispettabile e del maggior pregio, che si conserva nella Parrocchiale, e che fu dall ’ arte dell’Architetto Pelucchi salvato in quell’istesso luogo che stava, mentre con suo disegno eseguivasi l’inalzamento della medesima, si è il Transito di Maria Vergine, opera in vero sorprendente, eseguito per quanto si vuole dalla costante tradizione dei nostri maggiori a guazzo nell’interno del coro dal pennello di Raffaello d’Urbino nell’anno 1517 cioè tre anni prima della sua morte, che seguì nell’Aprile del 1520, ( le di cui ossa sono state finalmente trovate il giorno 14 di Settembre dell’anno 1833 dietro le indagini praticate dai virtuosi del Panteon, e precisamente dietro la Mensa dell’altare della Madonna SS. detta del Sasso); e l’altra parimente a fresco nell’altare del Gesù di Pietro Perugino suo Maestro, rappresentante la gran madre di Dio, San Girolamo, e S. Antonio da Padova, che presenta genuflesso un piccolo figlio del Duca Orsini vestito dell’abito stesso del Santo in atto supplichevole per chiedere grazia a Maria Santissima. L’ammirazione di personaggi distinti pel loro grado, che vengono qui ad osservare le suddette pitture, non che Professori dell’arte tanto Inglesi che Francesi e Tedeschi, che ne fanno sovente disegni, sono una prova continua di stima e di venerazione, che tributano all’impareggiabile merito e memoria dei suddetti celebri ed insigni pittori. Tali sono le notizie storiche del nostro Trevignano che ho potuto debolmente riunire più per particolare mio passatempo che per desiderio di renderle pubbliche, e che sono di mio proprio diritto, sebbene sfornite affatto di quel gusto che in oggi presenta la raffinata eloquenza del secolo. Se queste non incontreranno quella accoglienza che bramo, tuttavia mi reputerò sempre contento per averle riunite all’ombra della verità. Che se non avessi colpito il vero punto sul quale alzò il capo l’antichissima città Sabazia, ho del pari il contento però di aver pro-