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Ciò poi che merita maggior riflesso si è che per quante indagini siansi fatte su tutta la superficie di questo lago tanto dagli esperti nostri pescatori, che da quelli di Bracciano ed Anguillara non appariscono altre sorgenti visibili, che alimentino come quella tutta questa gran massa di acqua a riserva dei fossi perenni, o eventuali che vanno dai circostanti monti a scaricarsi nel medesimo. Istruito il Pontificio Governo che pari siccità può darsi coll’andar degli anni, tanto più che le acque non sonosi vedute ritornare fino ad ora a quel livello in cui erano quindici o venti anni sono, evidentissima prova che molte sotterranee sorgenti o sonosi affatto esaurite, oppure che nuovi meati sonosi aperti nelle cavità del medesimo lago, per cui le acque suddette vanno a scaricarsi in luoghi del tutto ignoti, e recare eguali disordini, e forse anche maggiori, si occupò negli anni andati di un nuovo Acquedotto livellato e diretto dall’architetto ed ingegnere allora della Presidenza delle acque Sig. Giacomo Palazzi, il quale prendendo le acque dai due laghi di Stracciacappe e Martignano, dalla parte opposta a quello che fece costruire l’Imperatore Ottaviano Augusto per fornire la sua grande Naumachia di Transtevere conosciuto dagli antichi Romani sotto il nome di acque Alseatine, come si ha da Grevio e da Frontino, e le condusse nell’Acquedotto Trajano lungo il fosso detto di Casorci e precisamente fino al piano della valle d’inferno nella tenuta di Pollina. Quest’opera del tutto nuova, e così ben intesa somministrerà in casi simili un supplemento opportuno ai bisogni della capitale medesima, e dei luoghi che hanno diritto di esserne a parte. Se tale importantissima veduta si fosse presentata alla S. M. del Pontefice Clemente X. mi è avviso che invece di accingersi all ’ impresa delle bocchette sull’imboccatura dell’emissario Arrone avrebbe fatto fin d’allora costruire quell’Acquedotto stesso, che si è tanto lodevolmente eseguito in oggi, e così oltre di aver ottenuto l’istesso intento a beneficio degli opificj di Roma, non avrebbe recati quei vistosi danni e notabili pregiudizii, che dovettero necessariamente soffrire in forza dell’elevazione delle acque del Sabatino tanti individui che possedevano fertilissimi terreni lungo la spiaggia, divenuti in oggi spazii di sterile arena. Non è da trascurarsi ancora un avvenimento che ci presenta la Storia, che può in qualunque modo servire ad illustrare le nostre patrie contrade, sebbene possa incontrare un qualche dubbio, non sulla esistenza del medesimo, ma sull’applicazione di questo riguardo a Trevignano. Espugnata finalmente dopo 10. anni di assedio il più ostinato e laborioso dal dittatore Furio Cammillo la superba e popolata Città del Vejo si aprirono i Romani la strada alla conquista di altre Città e terre che facevano parte dell’antica Etruria. Esteso in tal guisa il loro