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ni siansi da me fatte, non si riconosce vestigio alcuno di strada Consolare. Comunque ciò sia è d’altra parte certo, che quell’antica strada di Valle la Quercia era innestata sulla Cassia, come tuttavia si vede, e nel luogo sopra enunciato, e passava pel Territorio sempre dalla parte settentrionale di Trevignano, e che il Cluverio non s’ingannò punto in dire che l’Oppidum riportato dal Sozione era sulla parte settentrionale dal lago = quo iter erat a Roma Bleram versus et Thuscaniam.= O fosse pur questa la strada che si è descritta, o l’altra opposta che direttamente passando sulla spiaggia del lago lungo i vigneti di Bracciano, di cui abbiamo altrove parlato, portava a Vicarello come tutt’ora si vede, la situazione di Trevignano sarà sempre dalla parte settentrionale delle medesime, e per conseguenza l’Anguillara del pari e Bracciano resteranno sempre esclusi dalla presunzione, se mai l’avessero di essere o l’una o l’altro usciti dalle ceneri dirò così della città Sabazia. Tuttociò per altro non è che una semplice congettura sebbene fondata su prove tanto rilevanti, giacchè niente può fissarsi di certo dopo scorsi tanti secoli, e tanti sconvolgimenti accaduti in tempi i più lontani, specialmente sul suolo di queste nostre contrade. Negli anni addietro come già dissi, in cui le acque si abbassarono di circa mezza canna si ebbe tutto l’agio di conoscere più da vicino tali vestigii, e molti altri ancora, che s’erano forse fin allora osservati, oltre un buon tratto di strada consolare non conosciuta certo in passato. Fu dunque questa strada rinvenuta a caso in circostanza che per solo genio occupandomi in antiquarie ricerche nelle vicinanze di Vicarello e Terme Aureliane era andato sulla spiaggia lungo le Prata. Mi avvidi che alcuni lastroni partendo dalla suddetta spiaggia andavano ad inoltrarsi dentro i sovraccennati prati. Avido di conoscere se fossero questi dalla natura

formati o dall’arte mi posi a rintracciarne le commissure, che mi parvero essere quelli stessi lastroni

de’ quali sono formate tutte le altre strade consolari. Non avendo però al momento un uomo che mi servisse a fare una traccia sul terreno per meglio sincerarmi dei medesimi vì tornai, e facendo tagliare con zappe e pale il terreno restai pienamente convinto esser quella una strada consolare che s’inoltrava in linea alquanto curva entro il lago, e che pareva dirigersi verso Trevignano. Se fosse stato possibile inoltrarsi a quella volta, senza bisogno di altre indagini ci saremmo assicurati che la strada che riporta il Cluverio era appunto quella di cui si è parlato poc’anzi, e che può anche darsi avesse portato alla stessa città Sabazia, e che di là prendesse la direzione settentrionale in linea quasi retta verso il quarto di fuori, e quindi venisse a sboccare come si è detto altrove, entro le prata