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porgermi qualche dubbiezza sulla reale direzione espressa al Casaletto di Stracciacappe o di Pollina come si è notato di sopra. Dopo qualche tempo ebbi finalmente tutto l’agio di soddisfare il mio genio, e appoggiato alla notizia che mi si era data ebbi del pari la soddisfazione di vedere ed assicurarmi coi proprii occhi da molti selcioni di antica strada che si vedono parte scavati e parte sotterra, che quella era una strada consolare antichissima, che la sua direzione avea tutta la probabilità di passare non direttamente alla torre di Stracciacappe, come erami stato supposto, ma piuttosto alquanto sotto verso il territorio di Trevignano, e salire a valle la Quercia, ossia Vallicella a confine della Tenuta di Pollina. Malgrado però fosse ben lungo il tempo che impiegai per rinvenire, se fosse stato possibile, altre tracce in quelle campagne forse affatto diverse in oggi da quello saranno state in quei remotissimi tempi, non mi riuscì rinvenire, che alquanti lastroni simili agli altri dentro il piccolo fosso di Ripoli, nè mi curai di fare altre osservazioni, poichè mi avvidi benissimo che la superficie del terreno erasi realmente cambiata in tutto il tratto di quelle campagne,e che non offrivano più quella stessa figura che avranno forse presentato allorchè fu aperta quella strada per cui in oggi si rende affatto impossibile rintracciarne le vestigia. Se però le mie particolari facoltà mi avessero posto in grado di sostenere una forte spesa è certo che il genio e la curiosità mi avrebbero dato il più energico eccitamento ad intraprenderne lo scoprimento, e così conoscere con sicurezza l’andamento della medesima, e se a quel luogo si dirigesse o alle Città di cui parla il Cluverio, oppure direttamente alla Sabazia. Conviene dunque a rrendersi ed arrestarsi, e star contenti alla premura e trasporto che il solo amor patrio mi destò in cuore per sostenere con più coraggio l’assunto propostomi, e persuadere il lettore, che Trevignano è situato presso il luogo dove realmente la bella, potente e vasta Città Sabazia alzò fastosa il capo, e per conseguenza il Paese, che prima d’ogni altro ebbe la gloria di figurare sulla deliziosa spiaggia Sabatina medesima. Posto ciò quale strada mai essere potea questa se non quella forse di cui parla il Cluverio, e che da Roma portava verso Bieda e Toscanella, nel cui tratto appunto esiste l’oppidum vulgari vocabulo Trevignano. Che questa fosse una strada simile a tante altre della venerabile antichità lo prova con evidente chiarezza l’uso costante e immemorabile, che han fatto sempre di essa i Trevignanesi per transitare coi carri alla volta di Roma, quale continuò fino al 1822 in cui una orgogliosa albagia figlia del vile suo particolare interesse osò dare il più forte eccitamento al nobile proprietario della piccola te-