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ferro assai grosso dell’altezza di una buona mezza canna con larga e ben lavorata conocchia sulla sua estremità, quale forse usavasi in quei tempi, e quasi in quella foggia, che presentano tuttavia alcuni Alari che diconsi fatti all’antica, su i quali vengono collocate pentole che si levano dal fuoco. Trovasi ancora presso gli eredi di uno di quei pescatori, e che può essere ad ogni circostanza osservato, sebbene non sia al presente in quello stato di perfezione in cui fu veduto al suo rinvenimento. In quella vicinanza appunto non molto lungi dal baloardo tuttora esistente tenevano i pescatori sempre fisso un grosso palo di legno piantato nel fondo del lago prima del suo abbassamento, perchè tirando la rete non venisse ad urtare in quei ruderi di antichissime fabbriche, che io stesso ebbi campo di scorgere in quel sito quando le acque eransi anche più d’oggi abbassate in forza della lunga siccità che dovesse sentirsi per più anni, e quando le acque erano totalmente limpide e chiare. Ciò corrisponde appunto a quanto vien riferito dal testè citato Sozione con quelle sue precise e significanti parole, che qui mi giova ripetere,, cujus in aqua quoties perlucida sit conspiciuntur in imo fundo aedificiorum multa fundamenta statuarumque numerus,, ed in queste vicinanze appunto, e non altrove egli dovette fare da se stesso tali minute osservazioni, e rendersi certo ocularmente dell’esistenza dei medesimi oggetti, tanto più che quegli abitanti lo avevano assicurato esservi stata una città sommersa nei più remoti tempi da terremoto accaduto di poi, come ne fanno prova le seguenti parole,, incolae ajunt oppidum heic quondam fuisse, quod postea absorptum est. Infatti come già dimostrai nel primo Capitolo di queste memorie, le maggiori correnti di lave hanno fluito da Trevignano principalmente fin verso la tenuta di Pollina formando a sentimento del ch: Professor Barlocci il dorso dei monti conosciuti in oggi sotto la denominazione di Coste di S. Bernardino fino al promontorio di Montecchio, dal quale incomincia un lungo seno fino a Trevignano, che dinota la forma di un antico cratere, o almeno di una delle principali bocche del gran vulcano Sabatino, e che doveva essere congiunto a quello della nostra Rocca, prima che avesse luogo l’abbassamento del terreno, derivato da un qualche terremoto in forza del quale restò staccato il masso vulcanico della Rocca dal promontorio di Montecchio, come già fu confermato dal dotto naturalista geologo Sig. G. B. Brocchi di ch: me: al lodato Sig. Barlocci allorquando ebbe occasione di comunicargli le sue belle osservazioni su questo oggetto. Appoggiato a tale congettura la grande estensione del lago che occupa tutto il seno suddetto e che forma la così detta Riserva ove accorreva ogni sorta di pesce in ispecie la famosa Regina, del quale in tempo di Primavera se ne faceva copiosissima pesca si deve benissimo ri-