Pagina:Memorie storiche sulla città Sabazia ora Lago Sabatino.pdf/105

91

Un altro sepolcro di non minore considerazione e forse anche più rispettabile dell ’ altro mi porge giusto motivo di riportarne in succinto l’analoga descrizione, essendo più questo una prova incontrastabile e fuori di ogni eccezione che in questo territorio esservi doveano un tempo ricchi possedimenti e luoghi di villeggiatura spettanti a personaggi distinti, e che dovevano necessariamente appartenere all’Oppidum ossia Sabazia riportato dal Cluverio, oppure far parte del comune Trevignanese istesso, poichè tuttociò che risulta dal fatto evidentemente chiaro non potrà negarsi giammai. Nell’anno 1820 mentre si preparava un terreno nel quarto della macchia per gittarvi il seme fu a caso da un aratro che lavorava in quel campo urtato con violenza in una delle teste di un Sarcofago, per cui rottosi dal vomere una lastra di marmo credè il bifolco esser pur questo un qualche tesoro. Mosso dalla stessa avidità e speranza dell’altro si diede a romper quella cassa tutta composta di pezzi di marmo riquadrati non più grossi di due dita, e lunghi un palmo o poco più per parte collegati con una maestria singolare. Fu veramente sorte che il bifolco nel rompere tutto il Sarcofago si accorgesse, che due dei detti pezzi riquadrati e situati ambedue da piedi avevano due iscrizioni diverse, una cioè latina, e l’altra in cifre che non conosco. Ebbe l’accortezza di staccarli con ogni diligenza, ma per quanto facesse tuttavia restarono non poco offesi. Io li riporto nella forma che stanno presso di me.


                       D.M.S.
                      TITICUS
                       AMMID
                      CONIVGI
                       B.M.F