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DI LIONARDO DA VINCI. 81

regolatore delle ducali entrate sotto il Moro1, alla cui fuga la casa sua fu pur messa a sacco da'partitanti francesi. Di lui narra Daprato2 ch'ebbe bella moglie chiamata madonna Daria, la quale piacque al re Francesco I. Nota è l'infelice catastrofe del duca. Fuggito essendo, come dicemmo, nel 1499, dopo avere cercato invano in Italia, e per sino dal Turco3 ajuto contro i Francesi, ebbe dall'imperatore Massimiliano, e dagli Svizzeri tali forze, che unitesi ai Milanesi, ai quali, i Francesi, dice il Porcacchi continuatore del Corio, eran venuti a noja, scacciarono questi dalla Lombardia, e'l Moro sul trono riposero. Ma breve fu la sua gloria; poichè, nell'aprile del 1500, gli Svizzeri medesimi lo venderono a suoi nimici, e dieronlo in mano al generale De la Trimouille, che mandollo al re, per cui ordine fu condotto in Francia, ove chiuso stette lungamente nel castello di Loches, e vi morì.

Sembra pertanto che non nel 1499 ma nel 1500, dopo il ritorno e la prigionia del duca, sia da quì partito Lionardo per andare a Firenze; ed è quindi probabile, che i mesi di governo nuovo e incerto abbia passati col'amico suo Francesco Melzi

  1. Parodi. Loc. cit. ad ann. 1499.
  2. Cron. mss. del Daprato.
  3. Loc. cit.