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62 MEMORIE STORICHE


Di questi tempi sarebbono, se veri fossero gli alterchi di Lionardo col P. Bandelli priore del mentovato convento a que’ dì, pe’ quali vuolsi che il pittore minacciasse d’effigiare in quell’apostolico consesso tal Giuda che a lui somigliasse; e ’l consiglio datogli da Bernardo Zenale, che Lomazzo e Vasari scrivono essere stato da lui abbracciato, di lasciare imperfetto il volto del Salvatore, non potendo dargli quella bellezza divina, che superiore agli Apostoli lo dimostrasse. Fatto sta che la grand’opera egli ha compiuta e perfezionata, e finitissima, secondo l’Armenini, era la testa del Salvatore; e che mai non pensò a trovare nel sereno e maestoso volto del P. Bandelli, giacchè tale il descrive Leandro Alberti1, il ritratto odioso dello Scariota, checchè abbia scritto Giraldo Cintio2, che gli altri copiarono.





















    1. In Ispagna all’Escurial.
    2. In Francia, a S. Germano d’Auxerres per ordine di Francesco I. Dello stesso Luino.
    3. A Escovens, pel co. di Monmorenci.

  1. De Viris illustr. Ord. Praedic., p. 47
  2. Nel Discorso sopra i Romanzi così scrive questo elegante autore: »Giova al poeta far quello che soleva fare Leonardo Vinci eccellentissimo dipintore. Questi, qualora voleva dipingere qualche figura, considerava prima la sua qualità, e la sua natura, cioè se doveva esser nobile o plebea, giocosa o severa, vecchia o giovane, buona o malvagia.... e poi se n’andava ove sapeva che si ragunassero persone di tal qualità, e osservava diligentemente il loro viso, le loro maniere, gli abiti, i movimenti del corpo; e trovata la