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DI LIONARDO DA VINCI. 51

te atto lo piglia per li panni da basso venendoli dalla parte dinanzi ancora: la povertà in figura spaventevole corra dietro a un giovinetto, el Moro lo copra col lembo della veste, e colla verga dorata minacci cotale mostro. E che la mentovata idea del quadro Lionardo scrivesse in quest’anno l’argomento da una nota che a questa precede nel codice medesimo, ove si fa menzione di certo Galeazzo seco lui accordatosi a scolare. A di 24 marzo 1494 venne Galeazzo a stare meco con patto di dare 5 lire al mese pagando ogni 14 dì de’ mesi. Datimi da suo padre fiorini due di Reno: e più sotto: a di 14 di Luglio ebbi da Galeazzo fiorini 2 di Reno. Veggiamo da questa, e altre annotazioni pur ce lo confermano, ch’egli tenea gli scolari a pensione, onde ad ogni ora istruirli, e di loro ad ogni uopo valersi.

XIII. Per l’anno 1495 poco o nulla di particolare trovo registrato intorno a Lionardo che in questo tempo di men lavoro avrà probabilmente scritto il Trattato diretto al duca, in cui esaminava quale delle due arti Scoltura e Pittura debba all’altra preferirsi; e compiuto avrà il Trattato della Pittura e de’ movimenti umani, come scrive frate Luca. Non abbiamo il primo


    menti Gualtero, che fa in tutte le cose ove tu possi far utile, ogni studio vi metti.«