Pagina:Memorie storiche su la vita gli studj e le opere di Lionardo da Vinci.djvu/48


DI LIONARDO DA VINCI. 37

tizia d’una figurata e mascherata giostra diretta da Lionardo medesimo, che così narra uno de’ furti del suo Jachomo: Item a di 26 di Gennaro seguente 1491 essendo io in casa di Messer Galeazzo da San Severino a ordinare la festa della sua giostra, e spogliandosi certi staffieri per provarsi alcune vesti d’uomini salvatici, che a detta fetta accadeano, Jachomo s’accostò alla scarsella d’uno di loro, la qual era in sul letto, e tolse li danari. Sappiamo poi dal Bellincioni1 che in questa giostra il Sanseverino medesimo riportò la palma. Nel 1791 fu, come vedemmo, debitore alla fabbrica del duomo, o per fitto di casa ciò avvenisse, o per marmi comperati.

X. Nel 1492 mirò Lodovico a trarre dalle acque del Ticino altro partito per le campagne poste alla destra del fiume; e di Lionardo specialmente si valse; imperocchè dalle sue note rileviamo ch’egli fu a Sesto-Calende, a Varal-pombio, e a Vigevano ove ai 20 di Marzo del 1492 osservò che nella vernata le vigne si sotterranno. (cod. Q. A. fol. 31). E poichè nel medesimo libro parlasi d’un canale, Oltrocchi inclinò dapprima a credere, che il canal fosse quello destinato ad irrigare e fertilizzare il latifondio che fu poi denominato la Sforzesca, se non che la lunghezza di 30 miglia


  1. Rime pag. 27.