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14 MEMORIE STORICHE

fu tanto superiore, dice Sulzer, a quei che poscia vollero imitarlo quanto una buona commedia di Moliere a un’insulsa farsa d’arlecchino. Egli studiavasi non solo di dipingere ne’ volti e negli atteggiamenti il bello e ’l deforme, ma ben anche di esprimervi le idee, gli affetti, l’anima stessa, per la qual cosa talora, dice Lomazzo1, chiamò i contadini a convito per farli ridere alla smascellata, raccontando loro le più pazze cose del mondo, e sì ben disegnolli che senza riderne guardar non poteansi quelle figure: e talor seguì i condannati al patibolo per esaminare le traccie dell’angoscia e della disperazione sul loro viso. Utili ritrovati pur sovente meditava, tentava, ed eseguiva. Vasari e Lomazzo ci dicono che lasciò de’ disegni ora per iscaricar acque, ora per traforar monti, ora per tirare gran pesi, ora per oriuoli, e mulini, per gualchiere, e cento altri congegni d’arti, de’ quali parleremo. Due principalmente de’ suoi progetti meritano d’essere annoverati; quello cioè di sollevare, sottoponendovi acconcia base, la basilica di s. Lorenzo senza che avesse a risentirne l’edifizio; e l’altro d’incanalare il fiume Arno da Firenze a Pisa: questo però, siccome a suo luogo diremo, deve probabilmente riferirsi all’età sua più matura. Lavorò da


  1. Trattato dell’Arte della Pittura. Lib. i. cap. i.