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DI LIONARDO DA VINCI.

conche, delle quali parecchie sen rammentano, come or or vedremo.

Ne’ricorsi poi leggesi, che ove si fosse voluto mantener navigabile il nuovo naviglio, che così chiamavasi l’intero canale, più non avrebbono potuto correre le acque della Vettabbia ad inaffiare i prati di Chiaravalle, ne’quali il primo esempio erasi dato dai monaci cistercensi di quella irrigazione, che da cinque secoli fa la ricchezza della Lombardia. Espressamente ivi si parla delle conche; e più d’una sen nomina nell’interno della città in un ricorso di Giorgio Rolandi figliuolo di Giacobino di porta Vercellina che nel 1445 avea l’impresa della gabella che pagavasi per la navigazione, la quale, medianti le conche, faceasi pel naviglio verso porta vercellina, e porta giovia (che stava ov’ora è il castello); e vuol essere indennizzato pel danno avuto, ora perchè certe banche poste avanti le prime conche verso porta vercellina erano state fatte in pezzi per la caduta dell’acqua, ora perchè le acque vi portavano sul fondo tanta ghiaia dalle sponde che le barche più non vi poteano galleggiare.

Ecco dunque e naviglio nuovo e conche o chiuse formate circa un secolo prima di Lionardo: le quali cose ho dovuto osservare, sì per rettificare l’error di coloro che trovar vogliono in lui l’inventor delle chiuse presso di noi, che per determinare