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DI LIONARDO DA VINCI. 155

Bambino1. È gran danno che di tutti questi dipinti vincieschi appena ci restino gli avanzi.

XLII. Lunghissimo e difficil catalogo converrebbe formare se tutti volessersi quì ricordare i quadri in tavola che sono, o pretendesi che siano stati dipinti dal Vinci. Rammenterò quì i più noti, e specialmente quelli, che diconsi essere in Milano. Il Lettore sarà ben persuaso non esser possibile l’aver contezza delle tavole tutte del Vinci, e quindi il noverarle; onde ben sono scusevole se parecchie, perchè da me ignorate, su questo catalogo s’ommettono; o s’indicano ne’ luoghi ove più non sono, giacchè in questi ultimi tempi i monumenti dell’arte, come le ricchezze e i regni, cangiaron signore. Egli sentirà ugualmente, quanto il sento io, che, ove un quadro per tradizione popolare o domestica dicesi di Lionardo, perigliosa cosa è l’affermarlo come il negarlo.

È noto altronde presso gl’intelligenti di pittura, che molti quadri della scuola di Lionardo da chi li possiede a lui vogliono attribuirsi; come sappiamo che scolari egli ebbe molti e valenti. Eccone i nomi, tratti in parte dalle sue stesse note, e in parte dai Biografi. Francesco Melzi


  1. Titi. Descrizione delle Pitture ec. in Roma. Pag. 29.