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DI LIONARDO DA VINCI. 153

E v’è pur chi vuole che di due statue colossali di Francesco I abbia Lionardo fatto il modello; equestre l’una da porsi sotto l’arco di cui sopra parlammo, e giacente l’altra da collocarsi sulla sua tomba. A questa vuole il Sassi che riportisi un epitafio ch’egli copiò da un codice nostro, in cui fra gli altri versi leggesi:

Quisquis colosson Principis vides: asta.
. . . . . . . . . opus Leonardi
Vinci. Vidisti? abi hospes et gaude1.

Già notammo che il valente statuario Francesco Rustici fu ajutato co’ consigli, e coll’opera da Lionardo per alcune statue in bronzo da lui gittate2; e v’ha pur chi scrive che questi gliene facesse il modello. Recammo pure la lettera in cui egli non solo tiensi per valente statuario in bronzo, ma dicesi l’unico che allor fosse in Lombardia3.

Era altresì principio suo che il buon pittore dovesse molto lavorare in gesso onde copiare dai lavori di rilievo per dare giusti i lumi e le ombre alle figure; e di fatti convengono tutti quelli che de’ progressi della pittura hanno scritto, essere stato il primo Lionardo che per questo mezzo seppe dare alle figure il giusto risalto, e nessuno seppe poi superarlo.


  1. Script. Mediol. pag. 356.
  2. Vedi sopra alla pag. 98.
  3. Pag. 64.

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