|
DI LIONARDO DA VINCI. |
151 |
tro in architettura, in composizione d’edificj pubblici e privati. Tale pur dimostranlo molti suoi disegni rimastici. Già notai gli edificj ch’ei copiò, viaggio facendo nel 1502, come architetto e ingegnere generale del duca Valentino1. Nel codice atlantico v’è il disegno d’un anfiteatro del chiostro di S. M. in pertica di Pavia, e della cupola della nostra metropolitana. Nel codice segnato S. in 4.º v’è disegnata la doppia chiesa, cioè superiore e sotterranea di S. Sepolcro; e di un’altra chiesa ha pubblicato il disegno suo il Gerli2. Il prospetto poi veramente finito d’un bel tempio a foggia d’una rotonda a quattro facciate e rispettivi atrii egli pur ci lasciò, e lo diamo quì inciso3. Parlammo già del suo disegno d’una magnifica stalla o pel Sanseverino servisse o pel duca. Certo è altresì che molto d’architettura dovè occuparsi nel disporre le molte feste per nozze, per trionfi, per esequie, ch’egli immaginò e diresse: e ben è probabile che disegno suo fosse quell’arco trionfale, che dietro al castello eretto s’era, o ergersi dovea, per collocarvi sotto la statua equestre di Francesco I Sforza, del qual arco fa menzione Lancino Curzio4 in questi versi:
- ↑ Pag. 93.
- ↑ Tav. xv.*
- ↑ Tav. ii. fig. 7.
- ↑ Sylv. Lib. 1.