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90 MEMORIE STORICHE

nardo specialmente appreso ad ingrandire la sua maniera, e a dare alle sue figure una maggiore energia, applicandosi con diligenza ad imitarne la naturalezza, e la grazia1. Trae da questo cartone del Vinci argomento il Lomazzo d’avvertire i pittori che »negli uomini, ne’cavalli, e in altri animali, non si dovrebbono del tutto esprimere i moti così estremi, se non si è costretto più che da necessità di effetto sforzato e terribile, siccome fece nella sala del consiglio di Firenze Lionardo, dov’egli espresse con atti stupendi, e scorci maravigliosi, alla concorrenza de’quali Bonarotti, fece il suo maraviglioso cartone de’nudi»2. Scrive il Vasari, che avendo il Vinci data sul muro una vernice per dipingervi a olio, questa mal riuscì, onde non eseguì la dipintura.

Nel tempo del suo soggiorno in Toscana, siccome rilevasi dal Baldinucci3 e dal Vasari, egli ajutò coll’opera, formandogliene i modelli, e col consiglio il valente statuario, e gittatore in bronzo Francesco Rustici per le tre statue, che ancor veggonsi sulla porta boreale della basilica di s. Giovanni in Firenze.

  1. Dellavalle. Prefaz. alla Vita di Raffaello, nel Tom. V. del Vasari. Pag. 231. Ediz. Sanese.
  2. Idea del Tempio della Pittura, pag. 299.
  3. <span title="Decennal. viii" style="color:#00a000">Decennal. viii, pag. 140.