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e del suo castello - libro quarto 85

che lo fregia verso la metà della sua elevazione; formò il porto e la così detta peschiera ad uso di porto della rocca, in cui comunicava per una ben intesa scala coperta costeggiante la rupe da tramontana a mattina; ristaurò notabilmente il forte, e lo munì di nuove linee militari giusta la tattica di quel secolo. Queste opere insigni, delle quali non vi hanno le pari in tutto il Verbano; costarono più di duecento mila scudi d’oro, moneta di quel tempo1.

Nè soltanto in opere riferibili alla fortezza Arona andava in questi tempi acquistando; ma altresì in quelle al culto dedicate. Si è gia veduto narrando le memorie dell’abbadia dei Benedettini, come quei monaci dal 1487 al 1489 abbiano ridotto a buon termine la ricostruzione del tempio de’ santi Gratiniano e Felino, i di cui corpi furono in quest'ultimo anno traslocati dall'antica loro sede in altro luogo sotto l’altar maggiore della stessa chiesa; in questi medesimi tempi, e fors’anche qualche anno prima, la divozione degli Aronesi erigeva un altro non meno stimabil tempio in poca distanza del suddetto, che servire dovea per la parrocchia, come lo è tuttora. Ci viene indicata l’epoca della sua fondazione non solo dagli atti pubblici che accennano gli appalti fatti dai fabbriceri della antica chiesetta di Santa Maria per le opere relative alla nuova fabbrica2, ma anche dal documento che ricorda l’anno ed il giorno della di lei consecrazione3 avvenuta

  1. Il diploma del duca di Milano per la licenza di fortificare il paese è in data del primo aprile 1847 (archivio Borromeo)
  2. Istromenti dell’archivio di Arona 17 gennaio 1488, rogato Giovanni Filippo Caccia, ed altri del medesimo.
  3. Istromento ricevuto Antonio De Cario, in pergamena, nell’archivio della collegiata di Santa Maria.