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sovranità; e le rivoluzioni dalle quali la Lombardia era sconvolta da quindici anni, ridestarono in essi il pensiero di erigersi in repubblica, a guisa di quella che esisteva anteriormente all’invasione di Federico Barbarossa, ad onta dei tentativi di Francesco Sforza, loro condottiere d’armati, che per avere presa in moglie Bianca, unica figlia dell’ultimo duca Filippo- Maria, misurava e pretendeva il diritto di succedere all’eredità dello suocero, e che perciò gli riescì di mandare a vuoto le pratiche d’accordo tra Venezia e Milano.

Si eressero difatto i Milanesi in repubblica, opponendosi a tutto potere ai progressi delle armi dello Sforza, il quale per siffatta pretesa gli era divenuto, da loro capitano, acerrimo nemico. In questi tempi, e particolarmente nel 1448, Arona era signoreggiata dai Milanesi repubblicani, quando lo Sforza occupò i dintorni, cioè Busto-Arsizio e Varese, colle milizie avute dal senato di Venezia, e tutte le rive del lago Maggiore, di Lecco e di Lugano; ma Arona, Como e Bellinzona si mantennero fedeli ai Milanesi1, e dopo di un’ostinata resistenza, venuto lo Sforza a capo de’ suoi desiderii coll’essere entrato e proclamato duca in Milano verse il principio dell’anno 1450, Arona ha pure dovuto seguire il destino di tutti gli altri paesi coll’assoggettarsi all’obbedienza del nuovo Principe, sotto il governo dei quale la feudataria casa Borrameo potè esercitare sopra di questo paese il suo ordinario dominio, cosicchè nell’anno 1458 Filippo, figlio di Vitaliano Borromeo seniore, lo cinse del primo muro circondario, che si distingue dalle opere posteriori per un cordone di sasso

  1. Jo. Simonetta, lib, XV, pag. 501, ed il Sismondi, tom. IX, pag. 293.