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66 memorie storiche di arona

Le fortificazioni vi sono alquanto distanti, e vennero tutte eseguite in epoca anteriore al 1646.

E non è minor prova quella del temporale dominio di questo luogo negli arcivescovi di Milano quello d’essersi l’arcivescovo Grossulano, successo ad Anselmo IV, sospetto di avere ottenuta quella sede con simonìa, ritirato in questo ‘forte nell’anno 1105, come ce lo assicura Landolfo di san Paolo, scrittore milanese contemporaneo, in questi termini: Tandem propitia sors eo Grossulanum adduxit, ut Aronæ castrum aliaque loca archiepiscopalis juris feliciter possideret. E resosi in seguito esule dalla sede, volle nell’anno 1109 tentare di ricuperare in parte le rendite del suo arcivescovado, ed apparve all’improvviso sotto di questa rocca, di cui gli riescì d’impadronirsi; ma per poco la potè tenere per timore delle minacce di Olrico Vicedomino di Milano congiunto ad Anselmo Pusterla1, i quali, benchè lontani dalla patria, come dice il citato scrittore: Mediolanum redire festinaverunt, ipsamque arcem, et cetera ad archiepiscopatum pertinentia a jure et potestate Grossulani vacua invenerunt.

Arona sino a questi tempi, ed anche dopo che nel secolo XIII venisse soggiogata dal popolo milanese, benchè luogo appartenente all'arcivescovo di Milano, come parte del contado di Stazzona (ora Angera), si resse sino a tardo tempo con indipendenza municipale, e conservò la propria e piena giurisdizione in se stessa costituendo così un essere morale distinto dal ducato. Non ci è però rimasta alcuna traccia delle leggi e dei regolamenti con cui si governava. Dopo l’eccidio di Milano del 1158 sino al 1172,

  1. Landolfo sopracitato, cap. 17.