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60 | memorie storiche di arona |
cognovisset, valde commotus est, acri admodum studio, ut vehemens esse solet in huiusmodi genere popolaris impetus, deque recuperandis reliquiis institit; neque congquievit, donec carum partem a Carolo acceptam in eandem Ecclesiam Aronæ referret.» Recò infatti il Padre Sgariglia ad Arona le sacre. reliquie nel giorno tredici di marzo del 1576, accompagnato dai Padri Francesco Grana e Cristoforo da Compostella, riponendole nella chiesa de’ santi Gratiniano e Felino. Del che turbatisi gli Aronesi, pretesero che sì dovessero portare nella chiesa parrocchiale, per il mal animo che avevano concepito verso i Gesuiti, che consideravano come autori della tacita traslazione alla chiesa di Milano; ne riclamarono all’arcivescovo , il quale giudicò giusto che dette sante reliquie si riponessero nella stessa chiesa ove prima riposavano gli intieri corpi.
A perenne memoria di queste riconsegna hanno i nostri padri stabilito, che perpetuamente in avvenire si celebrasse con solenne pompa il giorno tredici di marzo sub pœra scuti unius auri contra inobedientes, applicandi pro medietate accusatori, et pro altera fabricæ sanctæ Mariæ Aronæ1 come da quel giorno in poi è stato costantemente eseguito, portandosi con divota pompa per il paese le ricuperate reliquie fra gli inni di numeroso clero, e fra le acclamazioni di folto popolo che concorre dalle vicinanze animato da una singolarissima divozione verso di questi santi.
Gli Aronesi prima del pontificato di san Carlo dipendendo dagli abbati per tempo dell'abbazìa Benedettina, non si credevano soggetti ad alcuna diocesi, e sostennero per lungo tempo questo vero, o supposto loro privilegio;
- ↑ Ordinato della comunità delli 8 aprile 1576 che si conserva nell’archivio della collegiata.