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e del suo castello - libro secondo | 49 |
Felino vennero collocati sotto la mensa dell’altar maggiore, chiusi in una cassa di piombo: in capsula una plumbea bene clausa et obturata; super quam est epitaphium unum æneum tenoris hujusmodi: — Sanctorum martirum Gratiniami et Filini corpora œde instaurata hic condita anno salutis 1489; Innocentio VIII Pont. Max., Jo. Galeatio duce Mediolani VI, Johanne et Vitaliano Borromeis Aronæ comitibus, Hieronymi Callagrani Papiensis cœnabii prefecti, jussu et impensa.
Questa traslazione è stata eseguita da monsignor Jacopo di Volterra, nunzio apostolico, al duca di Milano Giovanni Galeazzo Sforza per ordine della: Santa Sede, e con quanta celebrità poi seguisse, ed in qual modo fosse eseguita, lo impariamo dagli autentici istromenti del giorno 2 di giugno 1489, ricevuti da Giacobino de’ Ponzoni, notaro di Arona. Ivi tra le altre cose: Astantibus (fra le molte ragguardevoli persone) domino Vitaliano comite Aronæ; spectabili et clarissimo J. U. doctore D. Arduino de Cella commissario et potestate burgi Arona; et spectabili domino Detrino de Sardis de Sezadio , castellano arcis dicti burgi Aronæ. A rendere più cospicua la solennità della traslazione, il vigile abbate ottenne alla chiesa da Innocenzo VIII una bolla d’indulggnza e di remissione de’ peccati a chi cooperasse al perfezionamento della chiesa, e concorresse alla festa della traslazione. Altra bolla ottenne sotto il primo di maggio del 1490, per l'annua solennità di detta traslazione. Passato poi questo abbate alla sede vescovile di Montereale, ebbe per successore monsignor Gioanni Antonio Ferrero di Vercelli, nominato con bolla di Alessandro VI dell’anno 1497, la quale contiene altresì una forte comminatoria ai monaci cirea l’obbedienza che dovevano prestare all’eletto abbate: