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commendevole e zelante per gli affari del monastero, e fu monsignor Gerolamo Callagrani, che ottenne questa commenda con bolla delli 14 luglio 1487 per opera del Pontefice Innocenzo VIII, al quale era persona molto affezionata. Gli anni di comando di questo abbate sono contraddistinti da un’epoca ben degna di ricordo. Era già qualche tempo che la chiesa del monastero a cagione della cattiva originaria sua costruzione minacciava rovina, e sospese erano perciò in essa le sacre funzioni. Gli antecedenti abbati, e più di tutti Francesco De Eustachi coi risparmii del monastero e con procurate offerte, si posero in grado di riformarla, ed a monsignor Gerolamo Callagrani toccò l'ultimazione della fabbrica. Per le varie demolizioni di muri e di altari che fu mestieri di operare, si dovettero riporre in altro luogo momentaneamente i corpi: de’ santi Gratiniano e Felino, che giacevano in questa chiesa sino dal principio della sua fondazione. Nell’eseguire questi lavori mirabilmente si rinvennero i corpi de’ santi Fedele e Carpoforo, stati, come si è avanti notato, trasportati a quest’abbadìa prima dell’anno 1259, ma non si aveva però memoria in qual parte della chiesa i medesimi esistessero, cosicchè giacquero sino a questa epoca in una assoluta dimenticanza. Riposti anche questi sacri corpi in un altro luogo fintanto che la fabbricazione della chiesa fosse condotta a termine (ciò che si verificò nell’anno 1489 per opera del medesimo abbate Callagrani) furono nello stesso anno riportati nella nuova cappella a loro onore eretta, come dice l’istromento: a latere dextro intrando dictam capellam (che è la maggiore) muro capella affixum, in quo recondenda sunt corpora sanctorum Carpofori et Enfidelis martiris. E quelli de’ santi Gratiniano ei