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e del suo castello - libro secondo |
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però avvenne sotto i successivi abbati Jacopo da Ispra, Zanotto Visconte, Jacopo Arborio di Vercelli, ed Eusebio de Marini di Arona, cioè dall’anno 1376 all’anno 1406 circa, nel qual periodo cominciò gradatamente a decadere l’illimitata giurisdizione dell’abbazia, per essergli stata tolta nell’anno 1396 la facoltà della curia, la nomina del giudice e degli amministratori del comune, mentre i Visconti investiti già sino dall'anno 1395 dell’autorità ducale, avevano avvocate a loro in vigore del supremo comando le prerogative feudali, che prima competevano all’abbazia 1; andò quindi di mano in mano decadendo lo splendore ed il potere del monastero sino all’anno 1439, in cui con patenti delli 14 settembre Gaspare Visconti investì Vitaliano Borromeo per sè e successori di questo feudo cum mero et mixto imperio, et gladii potestate, e con tutti gli onori e pesi inerenti al feudo. Da questa epoca in poi l’abbazia spogliata intieramente di tutti quei diritti che nei tempi delle guerre e dei torbidi aveva acquistati, e ridotta a pochi soggetti, venne eretta in commenda sotto l’abbate Sozzino de Balbis, dal quale passò come tale nell’anno 1455 in Francesco Borromeo, il quale in una pergamena del 1465 viene qualificato clariesimus decretorum doctor dominus Franciscus Borromeus, che la possedette sino alli otto di novembre dell’anno 1481, in cui gli successe Francesco De Eustacchi di Pavia, il quale in una pergamena del 17 novembre 1484 viene chiamato magnificus decretorum doctor dominus Franciscus de Eustachio de Papia, apostolicus protonotarius et ducalis consiliarius. A quest’abbate successe un altro non meno
- ↑ Giulini, tom. XI, pag. 223.