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e del suo castello - libro secondo 25

da consegnarsi ai derubati pro compositione rerum furatarum Gregorii et Alberti fratrum, qui dicuntur de Ripa de loco Arona, de quibus ipse Ottobellus fuit latro, et furis collega, et etiam captus occasione illius furti detinebatur in curia ipsius domini abbatis. Tra i testimonii sottoscritti a quest’atto di composizione, pel primo si novera Lanfrancus comes de Arona. Ho già superiormente notato sotto gli anni di comando dell’abbate Orso 1050 un conte Alberto di Arona; convien dire che in questi tempi contasse Arona delle nobili famiglie.

Morto nell’anno 1227 Ariberto, gli venne sostituito Guglielmo di Golasecca, che resse sino all'ottobre 1254. Pendente il di lui regime continuarono sullo stesso piede le prerogative del monastero; ma non ritrovasi cosa degna di rimarco, fuorichè l’estremo freddo dell’anno 1255, che agghiacciò il lago per lungo tratto, e fece morire pressochè tutte le viti e piante gentili per la grande copia delle nevi cadute; cosicchè nel successivo anno vi fu grande carestia, e si spopolarono pressochè tutti i paesi della montagna per non avere di che alimentarsi.

Nell'anno 1252 a Guglielmo subentrò Corrado Bossi. Ottiene questo abbate dall’arcivescovo di Milano Leone, al primo di ottobre 1257, un ordine sopra di Enrico Perego, castellano del Vergante, perchè compellisca qualunque persona di Lesa e del Vergante a dover dare annualmente certi tributi di vino e biada ed altri frutti all’abbate di Arona, od al suo agente, sopra le terre che il monastero possedeva nel Vergante medesimo. Lo stesso castellano nel successivo anno dà una sentenza a favore del monastero opud castrum Lexiæ super petitionem quam facit Zanebonus de Redulfo de Lexia. Sarà stata probabilmente