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e del suo castello - libro primo 25

figliuolo della buona memoria di un altro Riccordo, e di Anselma sua moglie, figlia di Lanfranco conte. Ritengasi che il termine di buona memoria, che usavasi in questi tempi, veniva dato solamente alle persone qualificate o potenti, come al certo saranno stati il suddetto Riccordo e la sua moglie, che fecero una sì pingue donazione a questi monaci. Da tale documento si scorge ad evidenza, che questa abbadia era già divenuta di juspadronato dell'arcivescovo di Milano, e ciò lo fu per fatto del medesimo imperatore Enrico, che gliela concesse in commenda. L'altra pergamena del 1050 è del tenore seguente: « In Christi nomine Curradus gratia Dei Imperator Augustus, anno imperii ejus , Deo propitio quarto, tertio die. mensis aprilis, indictione xiii, monasterio Domini Salvatoris, sanctorum martiri Filini et Gratiniani, quod est fundatum infra castro Arona prope laco Majore ubi Dominus Ursus preordinatus fuit..... Nos adam..... subscriptus Giselbertue Notarius Sacri Palatii per data licentia Domini Uberti comes, scripsi, post tradita complevi et dedit. Actum subscripto loco Arona. Chi fosse questo conte Uberto non mi venne fatto di scoprirlo; non vi è memoria che a quest'epoca Arona fosse eretta in contado, per crederlo conte di Arona. La licenza che egli diede di rogare l’atto suddetto, fa credere che fosse persona di autorità immediata sopra il, paese. Io porto opinione eguale al Padre Zaccaria ed al Giulini, che fosse conte di Stazzona, ora Angera, al quale appartenesse l'autorità od il comando sopra questo castello. In sostanza questa pergamena contiene una donazione fatta da certi Adamo e suo fratello al monastero di varii beni posti nel territorio di Meina {e sono gli stessi che dai Benedettini passarono nei Gesuiti). Altra donazione