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L’anno 1828 di cui siamo intenti a registrare le memorie, che vergeva già verso il suo fine, ebbe un inverno il più rigido che mai. Cadde moltissima quantità di neve di cui l’eguale in Arona non si era a memoria d’uomini veduta, che superò l'altezza di 24 once, e fu resistente sino a primavera avanzata per causa dell’intensissimo freddo, che ha fatto spezzare persino delle soglie e mesole di sasso dei balconi, schiantare dalla cima al fondo delle grosse piante, morire grande quantità di viti, e tanti altri fenomeni forse non mai accaduti in queste parti, dove non so se le tiepide elargizioni del lago, od il basso livello delle rive del medesimo, massime nella sua parte inferiore, non lasciano che le nevi si fermino lungo tempo, nè che il freddo si spieghi a gran rigore. Fummo però molto bene compensati da una bella primavera e da una migliore estate, che riuscì molto ubertosa nei doni di Cerere.
Tra le perdite sensibili di quest’anno non possiamo tralasciare di ricordare quella di un benefico concittadino, a cui i congiunti e la patria devono un’incessante riconoscenza. Noi abbiamo per debito di verità in queste memorie avuto luogo di fare più volte onorevole menzione del nostro concittadino Bartolomeo Pertossi, il quale per mezzo delle buone viste che aveva nel commercio particolarmente delle sete, e di cui seppe farne buon conto allora che l’imperatore Napoleone ordinò il blocco delle ìsole britaniche, e mercè di una prudente amministrazione de’ suoi averi si è procurato un vistoso patrimonio, ponendosi in situazione di essere benefico alla patria. L’abbiamo veduto erigere nel 1803 un’elegante cappella, e dei sepolcri famigliari e pel clero nel pubblico cenotafio: