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dell’agenzìa la quale per le provigioni dell’irnpresa, e pel mantenimento dell’arsenale, sostiene ed alimenta varie famiglie e chiama nuovi individui ad aumentare la popolazione! E poi, qual miglior bene, non arrecò codesta impresa coll’avere apprestato un mezzo economico, sicuro e pronto di viaggiare, in cambio del sempre noioso, incomodo e pericoloso tragitto colle barche ordinarie?1

Ai motivi di esultanza in mezzo ai quali in questi tempi Arona viveva, guari non tardò che se ne aggiungesse un altro, il quale siccome grande e straordinario, grande e straordinaria letizia apportò nel di lei seno, e concorse a segnare una delle epoche più memorabili nelle sue storie. Noi il descriveremo anche nelle sue minutezze, acciò nulla s’ignori di quanto avvenne in tali circostanze. Dacché la reale Casa di Savoia era venuta in possesso delle provincie state nell’anno 1774 smembrate dal ducato di Milano, le popolazioni dell’alto Novarese non avevano mai avuto il contento di essere onorate dalla presenza del loro principe regnante, e sospiravano il momento di essere ammesse ad un tanto onore. Di questo nobile desiderio si vollero appagare dal re Carlo Felice nel 1828 nel concepito disegno di visitare in compagnia della reale sua consorte Maria Cristina le isole Borromee ed il lago della riviera d’Orta. Egli è più facile l’immaginare che il descrivere l’impegno delle suddite popolazioni situate lungo lo stradale percorso dal reale corteggio, per dimostrargli col fatto; la loro affezione e la piena soddisfazione di questo fortunato avvenimento. Arona è stata prescelta per luogo di fermata venendo da Torino, e l’albergo della Posta

  1. In ordine a questo utile stabilimento può vedersi un nostro scrìtto intitolato Un viaggio sul lago Maggiore pubblicato nel 1829.