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e del suo castello - libro decimo | 257 |
Santa Sede; cosicché gli albergatori ed i mercanti di commestibili molto guadagnavano dal concorso di questi forestieri i quali per lo più fanno professione di lasciare nei luoghi di passaggio quei poco di danaro che si trovano ad avere; in seguito poi tale passaggio è alquanto diminuito.
In tale frattempo, in cui scelti corpi di queste milizie passavano quasi ogni dì da Arona, giunsero in questa città Sua Maestà il re di Napoli ed il Principe e la Principessa di Salerno, che reduci da Genova si recavano a visitare le isole Borromee nel giorno 14 giugno di questo anno. Lo stretto parentado che questa corte aveva con quella del nostro sovrano, ha impegnato questa popolazione a tributare agli augusti ospiti le più sincere dimostrazioni di contento, quantunque non ne avesse avuto un preavviso bastante a disporre ciò che sarebbe stato più conveniente in tale occasione. Giunto verso sera il reale convoglio, ed accolto fra il rimbombo dell’artiglierìa ed al suono de’sacri bronzi, prese alloggio nel palazzo Borromeo, ove trovavansi ad inchinare gli augusti viaggiatori l’intendente della provincia, e le autorità civili, militari ed ecclesiastiche del paese. Terminò la giornata con una brillante illuminazione, fatta ancor più bella dalle varie iscrizioni ed emblemi allusivi ond’erano fregiati diversi palagi. All’indomani ascesero le loro Maestà ed Altezze reali al monte di S. Carlo per contemplare l’impareggiabile colosso ed il magnifico tempio, la cui vista riuscì loro graditissima. Nel ritornare dal monte su cui torreggia la grande statua, si offerse ai reali Siciliani il più gradito ed inaspettato trattenimento. Schierati a due file sulla grande discesa del promontorio gli alunni del seminario, l’uno di essi recitò un poetico componi mento allusivo all’arrivo