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e del suo castello - libro primo 15

Membra sub hoc tumulo quiescunt Principis Adœ
     Qui quogue dum vixit, clarus in orbe fuit.
Bellator fortis, fortes perterruit hostes:
     Mœnia Roma tua, arma timere sua.
Jura dabat terris, que quondam florida cunctis
     Hic tibi quod voluit fecit, et indoluit.
Hic Regem dira multis placavit ab ira
     Clarus erat cunctis omnibus iste modis.
Hos Perusina Sanctos adduxit ab Urbe:
     Et statuit templum hoc in honore Dei.
Fecit cœnobium sub norma tramite dignum:
     Sufficiens victum fratribus esse dedit.
Quo Regi Regum valeant servire per œvum,
     Et Dominum rogitent, quo sibi det requiem.

È da credersi, che la tomba di questo conte si sarà collocata nella chiesa da lui eretta; ma per le tante variazioni e riforme a cui andò soggetta negli anni posteriori, si sarà smarrita l’epigrafe di cui era fregiata.

Riferiti li documenti che militano a provare che Arona ed il suo castello esistevano prima dell’anno 979, ora ne rileveremo le ragioni. Nello stralcio latino della suddetta cronaca si dice: Duxit ad Dei dilecta loca, videlicet ad castrum quod Arona dicitur. Quest’ espressione sarebbe già abbastanza per se chiara per non ammettere dubbio, che nell’anno 979 esistessero il castello ed il paese; ma perchè si potrebbe muovere questione e porre in ambiguo l’intelligenza del vocabolo castrum, riscontro nelle sottoscrizioni di una pergamena delli 20 giugno 999 di cambio di terreni, seguito tra Arnolfo Arsaghi arcivescovo di Milano, e Lanfredo, secondo abbate del monastero di Arona: signum