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e del suo castello - libro decimo 251

e questi col continuo traffico alimentavano un buon numero di persone della popolazione; e infatti può dirsi che Arona da questo punto cambiò d’aspetto intieramente, poiché oltre al concorso migliorò anche nella materiale costruzione, perchè i cittadini incoraggiati dal guadagno e dalla vista di un migliore avvenire, ampliavano, abbellivano ed erigevano anche delle nuove abitazioni. Il comune dal suo lato faceva accomodare le vie e la piazza; toglieva con riempimenti le deformità del terreno verso le mura del lago, procurandone comodi passeggi, e s’impegnava che la strada di circonvallazione, già eseguita dalla provincia sino dal 1817, fosse a migliore forma ridotta, siccome quella che era la continuazione dell’altra che mette a Borgomanero. Tutto ciò congiunto alla quiete dei tempi ed al buon ordine governativo, induceva alla speranza di una continuata prosperità. S’aumentava intanto in ragione numerica la popolazione e con essa le fortune degli abitanti prendevano sempre maggiore consistenza. Ben fortunate quelle popolazioni che possono sulla loro industria contare la propria sussistenza, e quando a queste il governo appresta con ogni studio i mezzi onde vieppiù incoraggiare la loro operosità! Ma anche in seno della quiete e dell’industria non mancano mai i motivi di tristezza, e pare anzi che sia stabilito ne’ fati un tal ordine di cose. Era inconsolante Arona per la perdita che fece del suo pastore arciprete Pietro Antonio Tirinanzi, chiamato a miglior vita nel giorno 28 aprile 1825, stato generalmente compianto qual uomo che seppe cattivarsi un grande rispetto, dotato di rari talenti, utile a tutti pe’ suoi consigli, largheggiante verso i poveri, esemplare per religione e per purità di costumi. Il suo conversare era gaio ed ameno, ed ogni azione di