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e del suo castello - libro decimo 247

messe all’anno per ciascuno contro onorevole limosina a carico della sostanza dell’institutore e col titolo di canonici onorarii, e cogli onori, diritti e preminenze degli altri canonici della collegiata1.

Sono rari anche nelle storie gli esempii di tanta pietà e disinteresse, che meritano giustamente l’applauso di tutti. Il pio institutore aronese, che per gli atti di pubblica beneficenza da lui operati si meritò vivente dalla munificenza del suo re la carica di consigliere onorario di commercio, avrà anche nelle più tarde età onorata ricordanza e sincera gratitudine da suoi concittadini.

In questa medesima chiesa dal Pertossi beneficata si solennizzava, correndo l’anno 1821, la festa votiva ad onore de santi Fedele e Carpoforo in commemorazione del loro ritorno da Milano; ma malgrado i motivi di allegrezza, che questa festa solitamente produce per il numeroso concorso del circondario, che professa molta divozione a questi santi, traspariva nel volto dei concorrenti e molto più dei cittadini aronesi un insolita mestizia dimostrante qualche interno dispiacere che sopiva gli animi, e non dava luogo all’esultanza, che il giorno comportava. Erasi potuto traspirare, che attese le gravi cure dello Stato, per le quali era andato consumando gran parte di sua vita l’inallora regnante Vittorio Emanuele, erasi determinato di abdicare la corona per passare in calma il rimanente de suoi giorni. L’incertezza della notizia lasciava titubanti gli animi, e chi più chi meno a misura delle proprie viste e dei desiderii emetteva ragionamento. Quello per altro che in detto giorno era soltanto vociferazione senza

  1. Decreto della curia vescovile di Milano 29 settembre 1817 inserito al succitato istromento.