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e del suo castello - libro decimo 243

Benedettini. Così il paese di Arona dimise in questa circostanza l’ultimo vincolo che ancora teneva verso lo stato e la chiesa milanese.

La recente aggregazione di paesi alla diocesi portò il caso di dover formare dei vicariati, ed ascrivere ad uno di essi tre parrocchie del vicariato di Invorio, ritenuto però che Arona e Canobbio dovessero stare da se soli. Ebbe effetto questa creazione di vicariati foranei con decreto del vescovo di Novara delli 9 marzo 1818, che li stabiliva come segue:

Arona da se.

Canobbio con Traffiume.

Vicariato di Meina — Meina, Colazza, Fosseno, Dagnente, Ghevio, Nebbiuno, Pisano.

Vicariato di Canero — Canero, Sant’Agata, San Bartolomeo, Oggionno, Socraggio, Trarego, Viggiono.

Vicariato di Falmenta — Falmenta, Cavaglio, Crealla, Cursolo, Gurro, Gurrone, Orasto, Spoccia.

Queste concentrazioni che lo spirituale al temporale univano, che toglievano le difficoltà che spesso s’incontrano nel dover dipendere dallo stato di straniera potenza, e che eguagliavano gli usi, le abitudini e l’obbedienza al medesimo fine, al medesimo capo, sebbene a chi vi doveva stare siano sembrate novità un po’ difficili ad essere abbracciate, sono però collaudate, da chi ragionevolmente pensa, come ottimi provvedimenti, e faranno sempre l’elogio dello stesso capo che saggiamente li promosse e li condusse a fine.

Era recente il possesso che aveva preso della diocesi il cardinale arcivescovo Giuseppe Morozzo del titolo di Santa Maria degli Angeli, quando diede moto e compì li