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che poco mancò, che non rendesse infruttuoso il risultato delle vittorie delle potenze alleate, e per il quale si riaccese la guerra.

Il cessato imperatore e re Napoleone Bonaparte, nel cui petto sebbene soffocato, non però spento covava il desiderio di supremo comando, mal soffrendo il limitato terreno dell’isola d’Elba, che gli era stato destinato dopo la caduta dall’impero, trovò maniera, malgrado le vigilanze, di tener vive le pratiche co’suoi partigiani in Francia, per ordinare le trame, formarsi un esercito, sortire dall’esilio, e calcare di nuovo il suolo della grande nazione che l’aveva veduto fanciullo, onorato adulto, di supremi comandi, e poi obbedito e temuto sul trono imperiale. In conseguenza del che, e dei preparativi di una nuova guerra da esso riassunta nella Francia per porsi in grado di difesa contro i tentativi degli emuli, si riunirono le potenze coalizzate, e spinsero verso quella nazione da varii punti i numerosi loro corpi d’armata. L’Austria dovendo far passare grossi corpi di truppe per lo stato del Piemonte onde inviarli per le vie di Aosta, del monte Cenisio, e del Sempione, venne col governo ad una convenzione stata conchiusa in Torino alli 19 di giugno 1815, e pervenuta ad Arona soltanto che alli 25 dello stesso mese, con cui il Piemonte s’impegnava a fornire i mezzi di sussistenza alle truppe passeggiere nei soli giorni di marcia ed i necessarii mezzi di trasporto per via di requisione da tappa in tappa. Stabiliva i luoghi pei magazzini e per l'entrata del bestiame per uso dell’armata, ed autorizzava il corso di varie monete imperiali non comprese nella tariffa del Piemonte. Il passaggio delle truppe austriache dirette verso il Sempione prevenne la conclusione e