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e del suo castello - libro primo |
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braccio, e sentendo il peso di dette censure, risoluto di volersene liberare, si umiliò al Pontefice, e fece in seguito costrurre un monastero in Arona, luogo di suo diporto. Ottenne infatti di essere assolto, e passando da Perugia nel ritorno da Roma, conseguì dal vescovo di quella città (che colla sua mediazione aveva riconciliato all’imperatore) i corpi de’ santi Gratiniano e Felino, che ivi riposavano, e li tradusse da lì a poco tempo ad Arona per decorare il suo monastero. Ivi sta scritto: Ipse autem comes 1 Episcopo de Imperatore fideli animo ut promisit ommia complevit; et tanti thesauri pignora duxit ad Dei dilecta loca, videlicet ad castrum quod Arona dicitur, în quo et cenobium in honore eorum ac Salvatoris Domini construxit juxta ripam laci Majoris. Giunto infatti ad Arona diede principio al proposto monastero, regnando Ottone II, e lo ridusse poi a termine nell’anno 979, avendo dedicato la chiesa del medesimo al Salvatore ed ai Santi suddetti, e posto il monastero sotto l’instituto di san Benedetto2. — La pergamena conchiude il racconto con questa data: Actum anno Dominice Incarnationis dcccclxiii, indictione vii, Regni vero Domini Secundi Ottonis, imperii autem ejus xii. Gioverà quindi osservare non essere altrimenti imputabile che ad errore del copista della pergamena la data della traslazione de’ santi Gratiniano e Felino da Perugia ad Arona nell’anno 965, quando dovrebbe essere del 979. Ognuno può osservare, che nel 965 cadeva la sesta, non la settima indizione; che l’anno xviii del regno di Ottone II cadeva nel 979, perchè venne coronato re l’anno 964, ed era pure
- ↑ Parlando di Adamo od Amizone, che la cronaca ritiene per fondatore del monastero dei Benedettini. Vedasi in proposito il Corio, parte I, pag. 23.
- ↑ Il conte Giulini, Storia di Milano, tom. II, pag. 370.