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e del suo castello - libro nono |
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24 e 25 febbraio 1801 tutti i loro beni, e soppressi i capitoli delle collegiate; ora avremo luogo a vedere come di seguito il governo pensasse a togliere le altre comunioni ecclesiastiche, ed a farsi sue le loro sostanze. Cominciò col decreto 26 maggio 1807 ad abolire le confraternite, alienando a favore del regno le loro proprietà, le quali
in fine erano quelle che la religione, e la liberalità dei cittadini volle loro donare, e che se non se per effetto del sommo comando loro non si potevano togliere, giacché
da queste soppressioni non ne veniva allo Stato alcun peso di pensioni vitalizie od altro verso i soppressi. Fece senso, e molto più nel popolo l’effetto di questa legge, che faceva
travedere una predisposizione del nascente governo ad immischiarsi nelle faccende ecclesiastiche. Conseguì però la legge il voluto scopo senza ostacoli, e le chiese spogliate
dei beni, degli arredi, delle canonicali dignità, e delle confraternite, languivano bisognose, e sarebbero state ancora più depresse, se la pietà dei fedeli più incoraggiata all’aspetto di tanti infortunii non le avesse ancora con decoro sostenute. Per effetto di questo decreto si vide Arona ad un tratto spogliata della confraternita di santa Marta, e
della Compagnia del Sufragio e del Rosario, essendosi i confratelli della prima per la più parte uniti a quella del Sacramento, lasciatasi sussistere, sebbene spogliata, come
dissi, dei suoi beni , per effetto di un malinteso, o meglio per l’inavvedutezza di chi la regolava. A questa soppressione tenne dietro ben presto un’altra di molto maggiore importanza, e fu quella di tutte le religiose corporazioni, ordinata con decreto 25 aprile 1810. Due cooperazioni per disposizioni di quest’ordine Arona ha perduto, cioè il convento dei frati Cappuccini posti fino dal 1652