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e del suo castello - libro nono 217

particolare di Arona, e del circondario che abbracciava. Venne dietro tantosto l’emanazione del codice Napoleone, che doveva prendere la sua attività al primo del mese di aprile di quest’anno1. Un complesso di provvidenze tali così bene ordinate, così semplici ed intelligibili, forse non è mai in Italia sortito dopo la pubblicazione del codice Giustinianeo. Gli statuti, le leggi municipali, e particolari di ogni luogo dovettero cessare all’apparire della novella legge generale. Ebbe conseguentemente fine ad avere vigore in Arona la pratica di riportarsi per certe contrattazioni allo statuto di Milano, mantenuta sino dall’epoca in cui questa provincia cessò di obbedire ai documenti del ducato di Milano. E molto opportunamente tolsero di mezzo ogni dubbio le estese provvidenze del codice italiano, cosicché durante il suo vigore tacque ogni altra legge e quella qualunque consuetudine che da quelle prendeva origine rimase totalmente annullata.

In questo medesimo anno, e poco dopo la pubblicazione del codice si attivò il regolamento organico delta giustizia civile e punitiva; ed al primo di agosto sortì il regolamento sul notariato. Questi due saggi provvedimenti tendevano a riformare gli abusi, ed a conservare il buon regime della giustizia e lo splendore della professione notarile, che era a questi tempi molto decaduta. E perchè dietro le prescrizioni del nuovo regolamento criminale si ebbe a riconoscere, che le antiche carceri del comune poste sull’imboccatura della contrada denominata di mezzo non erano nè abbastanza ampie, nè sicure, il governo, fatto acquisto della casa di certi Volonteri, in vicinanza della chiesa di

  1. Questo codice era la legge universale del regno d’Italia emanata in forza del decreto imperiale 16 gennaio, ed altro del viceré d’Italia delli 22 marzo 1806.