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memorie storiche di arona |
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vicini erano i francesi, e non molto lontani stavano i tedeschi e gli ausiliarii loro i russi. Ed infatti il 4 di aprile si vide a comparire il caporale Nimeth austriaco del regggimento Eroody con quattordici soldati che si trattennero poche ore, e ripartirono per Sesto Calende. Alti sei dello stesso mese arrivò da Angera un sottotenente della compagnia Suden con un distaccamento di cacciatori, e portatosi alla municipalità1 chiese alloggio e viveri per la sua truppa che convenne fornirgli; pretese che gli si rimettesse la bandiera della guardia civica, e gli venne rimessa; fece abbattere l’albero della libertà, e questo fu forse il minore dei mali; visitò in seguito e prese possesso del Castello a nome dell’armata austro-russa, e ripartì per Angera. Da questi fatti ha potuto il paese assicurarsi dell’avvenuta invasione della Lombardia e del Piemonte da queste armate; e si confermò maggiormente per l’ordine giunto al giudice dal governatore di Novara barone De Latour di dovere sul campo mutare la municipalità che aveva servito sotto la dominazione francese. Si è mutata, e le cose camminarono come sul piede di prima che giungessero le armi di Francia. Sono bellissimi tali repentini cambiamenti per chi li sente a raccontare, ma non sono però tali per quelli che li provarono in effetto. Lasciano essi gli inevitabili rancori fra chi aveva e fra chi dimette le cariche; attirano la malevolenza verso di chi si mostrò più propenso per un partito che per un altro, e rovesciano il più delle volte la felicità dei paesi. Arona nella sua piccolezza non andò esente da taluno di questi mali.
- ↑ Chiamavasi allora con tal nome il corpo amministrativo del pubblico.