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e del suo castello - libro nono 195

Forse quei tempi abbisognavano delle eccezioni alle regole generali. Cessò in quest’epoca in virtù di decreti del governo provvisorio1 la giurisdizione del vicario generale di Arona dipendente dal concordato stipulato tra la Corte di Sardegna ed il Pontefice Benedetto XIV, non che quello del vice-conservatore delle gabelle, e vennero soppressi i diritti così detti di stola nera e di stola bianca. Occupavano altronde a questi momenti il governo provvisorio gli inviti che porgeva alle città e paesi del Piemonte per la loro unione alla Francia, e spedì a questa volta un suo delegato ad imitare la popolazione ad emettere il di lei voto a quest’unione. Si radunarono pertanto il popolo e le autorità costituite nel giorno 10 di febbraio sulla pubblica piazza, e fu eretto l'alto solenne adesivo all’unione predetta. Ma, altro che parlare di unioni! Gli affari di Francia in questi momenti sotto le mura di Verona non andavano con quel successo che forse il generale Scherer si era promesso. È stato questo il motivo per cui si chiamarono colà frettolosamente le truppe sparse in varie piazze onde rinforzare quei corpi infievoliti per le troppo frequenti morti di valorosi soldati. Lasciò quindi il forte la compagnia Rollet che lo presiedeva, rimpiazzata venendo dalla fanteria del capitano Davezé, che dimorò in guarnigione sino al 31 di marzo, e forse crescendo i bisogni sotto Verona, evacuata la cassa provinciale di Pallanza, inchiodata l'artiglieria del forte, e dispersa la polvere e le munizioni della piazza, s’avviò essa pure alla volta di Verona. Stette così Arona per tre giorni sprovveduta di guarnigione non sapendo come ed a chi dovesse obbedire, mentre

  1. Delli 19 e 20 dicembre 1798.