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e del suo castello - libro ottavo 187

a riserva de soli arredi necessarii indispensabilmente allo esercizio del culto. Dietro quest’ordine la collegiata di Santa Maria ed ambedue i monasteri ebbero a consegnare i migliori pezzi d’argento, che la lunga pace antecedente e le offerte dei fedeli avevano abbondantemente fornito. I beni ecclesiastici stati sin qui immuni dalle contribuzioni vennero nel 1794 censiti e collettati al pari degli altri. I soli beni dell’arcipretura caddero in Arona sotto di questa disposizione, e qualche piccolo podere della parrocchia di Mercurago situato in questo territorio, perchè quelli della soppressa compagnia Gesuitica comecché venduti sino dal 1778, non cadevano più sotto la categoria di beni ecclesiastici, e vennero perciò anch’essi censiti prima di questa ultima legge. Vistose somme portarono al regio erario in dipendenza dell’ordine 10 luglio 1795 l’ospitale della Ss. Trinità, le due Confraternite, il Monte di Pietà, i due monasteri, la scuola de’Morti e del Rosario, ai quali per abilitarsi a tale contributo era ordinata la vendita di parte dei loro beni. La collegiata inoltre consegnò al regio arsenale una campana che ha poscia sostituita per non disordinare il concerto.

Tali imposte sebbene fossero di rilievo per quelli sui quali erano dirette, non stavano però in proporzione dei bisogni dello stato, e perciò in seguito del regio editto 28 dicembre 1797, ordinante la vendita della sesta parte dei beni del clero secolare e regolare e dei monasteri pel contributo di cinquanta milioni, il Capitolo della collegiata e i due monasteri fecero vendita di tanti de’loro beni pel sesto di essi, ed eseguirono il pagamento della loro quota. Fu in questa circostanza che il Capitolo ha venduto i tre molini situati in Arona, statigli dopo l’abolizione de’Gesuiti