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regii biglietti posti in corso, e per il poco valore intrinseco del numerario eroso-misto che correva in quei tempi. Contribuirono anche a questo danno li rumori di guerra universalmente sparsi e confermati poi colla pubblicazione del regolamento per, le milizie dei Regii Stati in data del primo di dicembre 1792, col chiudimento dell’università di Torino e del collegio delle provincie, non che colla formazione delle compagnie di milizie urbane. Si accrebbero ancora di più le voci di guerra e si acquietò il commercio alla promulgazione del regio editto 9 maggio 1793 ordinante l’armamento generale dello Stato, ed all’emanazione del bando delle milizie de’ regi stati 25 aprile dello stesso anno, con cui si ordinava a tutte le persone capaci di portare l’armi di concorrere alla difesa dello Stato per fare argine all’invasione dei francesi; ma questa misura sebbene fortemente inculcata dal governatore non ebbe effetto per la mancanza di provvisioni da guerra, e per la scarsità de’viveri, massimamente che detto bando ingiungeva, che ciascun armato dovesse provvedersi dell’uno e dell’altro a sue spese.

I fatti di Lione e di Tolone assecondati da poco favorevole successo per le armi del piemonte ed ausiliarie contro quella dei repubblicani francesi, dimostrarono inevitabile la invasione di questi ultimi nel piemonte, e non tardarono molto a lasciarsi vedere sulle cime delle alpi. Come più prossimo il pericolo, ed inevitabili le spese per i preparativi di una valida difesa, era di necessità ricorrere a mezzi che potendo da un lato sopperire al già quasi esausto erario, non avessero direttamente gravitato sulla generalità dei sudditi. Sono state quindi ingiunte tutte le chiese a portare alla regia zecca gli ori ed argenti,