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Nel periodo di tempo decorso dal momento in cui discorriamo sino a dieci anni avanti il terminare di questo secolo, non conta Arona grandi cose di rilievo, avvegnachè nel 1773 per la morte del sovrano Carlo Emanuele III siavi successo Vittorio Amedeo III, il quale per avere approvato le prerogative medesime di cui il paese godeva anteriormente alla sua assunzione al trono, le cose camminarono sull’egual piede di prima. In quest’intervallo perdette Arona e riacquistò tre governatori eguali per prudenza, per attività nella carica, e per stimabili doti personali. Morto nel 1775 il conte Milliet de Challes, vi successe il cavaliere Giustiniano Maria Due, maggiore di cavalleria e governatore de’paggi di S. M. regnante; ma promosso questi (era l’anno 1781) al grado di governatore della città di Chamberi, venne eletto nello stesso anno il conte Lodovico Amedeo San Martino di Strambino, e destinato poi questo governatore ad altra piazza, fu scelto al governo di Arona nel 1783 il conte Carlo Bernardo De Bossi di Tonengo e Monte Borre. Questo attivissimo personaggio sino dai primi istanti del suo governo curò moltissimo la polizia del paese; ordinò che fossero levate tutte le antiche loggie di legno deformanti la visuale delle contrade, e tutti i gradini e sedili delle case e botteghe che sporgevano fuori della linea perpendicolare dei muri. Proibì che si tenessero fòsse e letamai nell’interno dell’abitato, e ridusse a più comoda forma la casa governativa. Ma queste buone provvidenze hanno per lo più breve durata, perchè mancata

    confermato da lui nella dignità di vicario generale, che copri sino al 1805, nel qual anno chiesta ed ottenuta la sua dimissione con egregio assegnamento si ritirò nel convento de’Padri di san Barnaba in Milano, dove diede fine all'onorata sua carriera nell’anno 1809.