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e del suo castello - libro ottavo 177

vice-intendente di Pallanza, e non fu compita che nel 1770; questa misura però era seriamente riferibile alle terre non state per l’addietro censite, a quelle che dopo la misura seguita nel 1723 erano state divise dai nuovi possessori, ed a quelle che vennero alterate, e variate in superficie, mentre per quelle su di cui non era stata fatta variazione si ritenne la misura medesima seguita nel 1723. Negli anni intermedii non si rinvengono che le istanze dei possidenti presso i delegati del censimento per ottenere equità nelle stime. Li fondi della soppressa abbazia de’santi Gratinano e Felino, passati nella compagnia di Gesù, quelli dell’arcipretura, e del monte di san Carlo, ed altri che godevano immunità, la conservarono; ma fu applicato anche a questi il numero della mappa, il perticato, ed il censo, salvo il diritto e coll’espressione che si lasciavano intanto esenti senza pregiudizio delle ragioni del fisco e del pubblico; il che non fu una proroga e non una conferma di diritto, giacché nel 1778 e 1795 i detti beni immuni furono come gli altri censiti e collettati come beni allodiali. Dietro poi le consegne dei beni in dipendenza del regio editto del primo di febbraio 1770 e le precedenti misure, ebbe luogo nel medesimo anno in questo paese la riforma delle tavole censuarie e la rinnovazione dei libri d’estimo, essendosi cambiato l’antico computo del censo, che era in lire, soldi e denari, in iscudi, lire ed ottavi. Continuarono però ancora le altre contribuzioni conosciute sotto il nome di annata, di diaria, di mezz’annata, e simili, giusta il metodo del ducato di Milano sino al 15 settembre 1775, in cui vennero tolte dall’editto stesso del censimento. Il censo delle case, chiamato censo di seconda stazione, è stato eseguito più tardi.